COPPIA

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 ESSERE COPPIA……….DIVENTARE COPPIA

 

 PROBLEMATICHE DI COPPIA

La coppia nel passaggio dal fidanzamento alla convivenza affronta un cambiamento sostanziale: l’io diventa il noi.

Ciascuna delle due parti porta con se il proprio mondo, le aspettative, le speranze ma anche le insicurezze e il bisogno di non perdere la propria identità.

All’inizio la parte meravigliosa del nuovo legame deve confrontarsi con i problemi quotidiani della convivenza ( come relazionarsi con le famiglie d’origine, con i vecchi amici, come affrontare aspetti pratici ed economici).

In tutte le coppie la convivenza iniziale è caratterizzata dall’assenza di scontri e critiche ma con il tempo emergono le visioni individuali creando tensioni e irritabilità e sfociando spesso in litigi. Al litigio segue la pace e poi un nuovo litigio e una nuova pace. Quest’alternanza ha lo scopo di mettere a punto  modalità condivise di soluzione dei problemi.

Se questo processo fisiologico non si sviluppa in modo equilibrato possono comparire diversi problemi psicologici:

Sconforto e Impotenza

Perdita dell’autostima

Atteggiamento manipolatorio

Stato depressivo

Violenza fisica o psicologica

Quando all’interno di una coppia emergono questi sintomi l’atteggiamento delle famiglie d’origine è determinante per un’evoluzione positiva o negativa.

La giusta distanza  e la mancata ingerenza delle famiglie d’origine favoriscono la costruzione di uno spazio di coppia sano, al contrario, l’invischiamento, le alleanze patologiche, l’incapacità ad affrontare il distacco, la mancata autonomia relazionale ed economica favoriscono la creazione di uno spazio di coppia malato.

Alcune coppie cercano di rendere la loro relazione completamente indipendente dalle loro famiglie d’origine troncandone definitivamente ogni rapporto. In genere anche questo tentativo non ha successo e tende a rovinare alla lunga l’unione: l’arte di formare una coppia, pur implicando la conquista dell’indipendenza, esige anche un certo coinvolgimento affettivo con i propri parenti.

La mancata realizzazione dei compiti relativi a questo primo periodo di formazione della coppia sfocia inevitabilmente nella separazione e nel divorzio.

Nella parte centrale della vita di una coppia le problematiche psicologiche che possono presentarsi sono legate alla procreazione, alla responsabilità genitoriale, al benessere economico, alla realizzazione delle proprie aspettative professionali.

Spesso ciò che incide negativamente in questa fase è la discrepanza tra l’immagine pubblica di uno dei due coniugi e l’immagine privata ( fuori casa si è stimati di più di quello che avviene dentro casa). Si viene così a creare nella coppia una distanza sempre maggiore, i ruoli  si irrigidiscono e la progettualità torna ad essere solo personale ( si è in coppia ma ognuno va per la sua strada). La possibilità di relazioni extra coniugali in questa fase è molto alta.

Il tradimento con tutte le sue conseguenze psicologiche rappresenta l’oggetto del disagio. E’ in questa fase che c’è bisogno di un aiuto personale e di coppia per riportare la situazione in equilibrio.

La psicoterapia individuale e di coppia permette di verificare se esiste ancora uno spazio per ritornare a vivere bene insieme, ricostruendo l’unione o in caso contrario aiuta ad affrontare la separazione e il divorzio.

In questo momento centrale della vita di una coppia possono comparire dei disturbi che riguardano strettamente la vita delle donne.

Quando i compiti relativi all’allevamento dei figli si diradano e molti degli obiettivi genitoriali sono stati portati a termine le donne ritornano con il pensiero sulla loro vita, fanno un bilancio e se da una parte possono dire di aver assolto al loro compito materno dall’altro devono spesso constatare che per molti anni non hanno dato spazio alla propria crescita personale e professionale.

Accade sovente che il pensare quotidiano possa riguardare il fatto di aver sprecato in casa la propria vita e di aver perso prestigio mentre il marito, probabilmente, sta avendo più successo. In altre parole, se prima la coppia si “sforzava” di risolvere i problemi per il “bene” dei bambini, e rimanere quindi unita, nel momento in cui i figli già grandi iniziano ad allontanarsi sempre più dalla casa, i genitori restano sempre più soli uno di fronte all’altro e il matrimonio può entrare in crisi o evolvere verso una migliore comprensione dei bisogni femminili.

Le difficoltà che emergono possono essere legate al fatto che i  due coniugi si accorgono di non avere più niente da dirsi e di non aver più niente in comune perché per anni non si sono parlati di altro che del figlio. In certi casi la coppia inizia a litigare per gli stessi motivi per cui litigava prima che il figlio nascesse , spesso la situazione di conflitto può portare alla separazione o al divorzio, soluzioni drammatiche che possono apparire incomprensibili ad un osservatore esterno dopo un matrimonio così lungo (addirittura, in certi casi, se i contrasti sono molto gravi, possono esserci minacce di omicidio o di suicidio).

Un’altro momento critico della vita di una coppia è quella relativa al pensionamento e alla vecchiaia.

Quando una coppia riesce ad accettare che i figli se ne vadano di casa, spesso passa un periodo di relativa tranquillità, che può continuare fino al pensionamento del marito. Qualche volta però il pensionamento può complicare la situazione dal momento che obbliga i coniugi a restare insieme per tutto il giorno e non è raro che la moglie presenti dei sintomi invalidanti in corrispondenza con il pensionamento del marito.

Anche in questo momento può essere utile l’aiuto di un terapeuta per rendere più armonioso il rapporto di coppia e non solo aiutare la donna ad affrontare una vicinanza con il marito a cui non era più abituata . Il marito va aiutato a trovare altre attrattive rispetto alla vita lavorativa  e a condividerle con la moglie.

Le rinunce di una vita possono diventare opportunità in vecchiaia.

Ad un certo punto sappiamo tutti che uno dei due coniugi muore, lasciando solo l’altro che deve modificare la sua vita in ragione di questo evento.

Il dolore per la perdita, la solitudine favoriscono stati depressivi di varia gravità che devono essere gestiti per permettere ancora a chi sopravvive di godere anche del ricordo di chi non c’è più.

Dott.ssa Lucia Dies

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