Oggetto della terapia sistemica sono le relazioni umane cioè tutto ciò che avviene tra le persone, si guarda all’individuo ma anche alle sue interazioni, alle dinamiche tra individui e al processo della comunicazione.
Partendo dal concetto che in ogni sistema qualsiasi variazione che avviene in un suo elemento modifica lo stato di ognuno degli altri, anche nel sistema famiglia ciò che accade ad una persona si ripercuote su tutte le altre persone presenti nel sistema.
Nella terapia sistemico relazionale il soggetto portatore di un sintomo è posto all’interno del suo sistema di relazioni.
Fondamentale è comprendere che cosa s’intende per principio di causalità circolare: il comportamento della persona A influenza il comportamento della persona B e il comportamento di tutte le altre persone presenti nel sistema, ma a sua volta il comportamento di B influenza quello di A e di tutti gli altri.
In questa sequenza circolare è impossibile fissare un punto d’origine della relazione ( basta pensare alle liti e all’impossibilità di decidere chi sia stato a cominciare) .
La persona che all’interno del sistema familiare è portatore di un disturbo viene chiamato “ paziente designato”. Il suo compito, spesso inconsapevole, è quello di esprimere e segnalare un disagio presente nelle relazioni familiari e la preoccupazione di non riuscire a trovare una soluzione che permetta a tutti di stare bene. Molto spesso i suoi sforzi sono inefficaci perché tutti gli altri componenti del sistema si ostinano a mantenere uno stato d’immobilità piuttosto che accettare gl’imprevisti di un cambiamento.
Il lavoro terapeutico sistemico affronta le problematiche:
– del singolo individuo: l’individuo è pur sempre un sistema.
– della coppia: sistema formato da due persone che interagiscono lungo la linea del tempo (dall’innamoramento, alla vecchiaia e alla morte).
– della famiglia: sistema complesso dove tutte le relazioni si svolgono su più livelli chiamati sottosistemi (genitori, figli, famiglia d’origine, società ecc.).
Dott.ssa Lucia Dies