Tutti nella nostra vita abbiamo provato intense sensazioni di ansia e di paura in situazioni particolarmente problematiche.
E’ paradossale quando, queste sensazioni ci colpiscono dopo che abbiamo raggiunto i nostri obiettivi e questo perchè temiamo di perdere ciò che abbiamo raggiunto con fatica.
Lo stress della vita quotidiana determina un innalzamento dei livelli d’ansia e come conseguenza una sintomatologia somatica molto variabile.
Nonostante gli sforzi e l’impegno quotidiano spesso ci sentiamo inadeguati, infelici, angosciati, incapaci di affrontare una malattia, la perdita di una persona cara, inconvenienti sul lavoro e scatta in noi il bisogno di controllare noi stessi e il mondo che ci circonda.
Che cosa c’è che non va? Cosa possiamo fare per stare meglio?
Possiamo trovare un aiuto nella ” mindfulness” o ” meditazione di consapevolezza”.
La meditazione di consapevolezza aiuta a vedere in profondità, non attraverso i pensieri della mente, ma utilizzando una comprensione intuitiva, profonda di tutto ciò che sta accadendo nel momento in cui accade.
La mindfulness non è un’insieme di tecniche da apprendere a livello concettuale, ma è un’insieme di esperienze da vivere attraverso la pratica meditativa regolare e continuativa.
Solo vivendo in modo mindfulness si può raggiungere una consapevolezza nuova rispetto alle cognizioni prodotte dall’attività discorsiva della nostra mente.
Quanti pensieri e quante credenze ci giudano nelle nostre azioni senza che ne siamo consapevoli?
Nella nostra mente c’è un flusso continuo di pensieri, ricordi, immagini, giudizi, desideri, pianificazioni, preoccupazioni, aspettative, che sono responsabili del nostro malessere, del nostro continuo fluttuare tra passato e futuro, rendendoci incapaci di vivere il presente.
La mindfulness non può essere insegnata perchè è un’esperienza personale non verbale, la si può imparare solo praticandola.
Come terapeuta posso solo incoraggiare le persone a prendersi cura di se stesse attraverso la pratica di consapevolezza e siccome non si può dare agli altri ciò che non si possiede è stato necessario rendere totalmente mia questa pratica e viverla nella mia quotidianità.
La definizione di Kabat-Zinn (1994) è la seguente:” mindfulness significa prestare attenzione in modo particolare, intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante. E’ una forma di arte che si sviluppa nel tempo incrementata attraverso una pratica regolare, quotidiana sia formale che informale”.
A questo punto è necessario sfatare dei luoghi comuni: la mindfulness non porta ad una perdita di coscienza, non è una condizione misteriosa o mistica, non è caratterizzata da visioni o da stati di beatitudine, non ha valenza religiosa o spirituale, non ha poteri paranormali, non è una tecnica di rilassamento è invece esattamente il contrario di tutto questo.
Il suo scopo è di raggiungere attraverso la consapevolezza uno stato in cui si è svegli, attenti, presenti a ciò che la propria persona sta vivendo momento per momento. La concentrazione e il rilassamento sono fenomeni concomitanti, sono il mezzo non il fine della ricerca della consapevolezza, di tutto ciò che si presenta alla mente.
La prima cosa da fare è rendersi conto di come gran parte della nostra esistenza viene governata dal ” pilota automatico”.
A chi non è mai capitato di aver raggiunto una località, guidando, rendendosi conto di non ricordare nulla di tutto ciò che si è incontrato durante il cammino o di aver mangiato senza ricordare la consistenza o la particolarità dei sapori del cibo? Che cosa è successo?
La risposta è semplice: la nostra mente non era presente a ciò che stavamo vivendo ma era impegnata a seguire altri pensieri.
Quando inseriamo il pilota automatico gran parte del tempo e della nostra energia è assorbita da pensieri, ricordi, fantasie, rimpianti o pianificazioni mentre per vivere ogni momento della nostra vita dobbiamo mantenere desta l’attenzione.
Prima di avvicinarci alla meditazione dobbiamo imparare a focalizzare la nostra attenzione sul respiro, in silenzio, ad occhi chiusi cerchiamo di captare tutte le particolarità e le diversità presenti in ciascun atto respiratorio senza controllarlo.
Del nostro respiro non sappiamo nulla eppure respiriamo dal primo momento, dalla nascita. Pensiamo che tutti gli atti respiratori sono uguali e invece non è così, ognuno è diverso dall’altro.
I pensieri verranno a distrarci, non dobbiamo cacciarli via ma semplicemente osservarli e renderci conto che poichè sono solo pensieri vanno via senza bisogno di fare nulla e poi ritornare a concentrarci sul respiro.
Quest’esercizio se fatto con costanza, giornalmente ci aiuta a cambiare prospettiva e allora diventiamo capaci di vedere e accettare le cose nel momento presente, così come sono, per quello che sono e non secondo ciò che a noi piacerebbe che siano.
Quando si parla di meditazione di consapevolezza parliamo in concreto di tre modalità: meditazione seduta, meditazione camminata e meditazione non strutturata.
Meditazione seduta: la concentrazione viene portata sul respiro, sulle sensazioni del corpo e sui suoni e le emozioni, le sensazioni e le cognizioni che sopravvengono vanno osservate senza interpretarle o giudicarle per poi tornare al punto su cui si era concentrati. Questo processo va ripetuto ogni volta che ci si distrae.
Meditazione camminata: si cammina lentamente e contemporaneamente si segue, ad ogni passo, il respiro, senza cercare di muovere verso qualche meta particolare, diventando più consapevoli delle nostre sensazioni fisiche, camminando soltanto per camminare.
Meditazione non strutturata: la consapevolezza viene portata in tutto ciò che facciamo, usando il respiro come un’ancora, tutte le volte che l’attenzione si focalizza su pensieri, preoccupazioni o ruminazioni mentali negative. Con questa pratica sarà possibile essere consapevoli del presente mentre si guida la propria auto, si risponde al cellulare, si parla con qualcuno.
Portando la consapevolezza in ogni istante della vita, questo tipo di meditazione informale, che non ha bisogno di una sala silenziosa, può risultare utile per combattere lo stress quotidiano, l’ansia e la depressione.
SIAMO BRAVISSIMI A PREPARARCI ALLA VITA, MA NON ALTRETTANTO A VIVERLA, OGNI RESPIRO, OGNI PASSO PUO’ ESSERE RIEMPITO DI PACE, GIOIA E SERENITA’ . ( Hanh, 1993)
Dott.ssa Lucia Dies