Il dolore che provo ogni volta che ascolto una donna , un’adolescente o una bambina, raccontare la storia della violenza/e che è stata costretta a subire, mi porta a pensare che non posso ignorare tutto questo.
Ho il dovere e la responsabilità di fare qualcosa.
Ho deciso di pubblicare questa guida tratta dalla sezione materiali del sito www.alberodiantonia.org affinchè più donne possibili possano conoscerla e trovare un piccolo aiuto.
PICCOLA GUIDA PER DONNE CHE HANNO SUBITO VIOLENZA E PER LE PERSONE A LORO VICINE
CONOSCERE: UNA POSSIBILE DEFINIZIONE
Si può considerare violenza alle donne ogni abuso di potere e controllo che si manifesta attraverso il sopruso fisico, sessuale, psicologico.
Esistono diversi tipi di violenza che possono manifestarsi isolatamente e/o combinati insieme.
VIOLENZA FISICA
Ogni forma di violenza contro di te, il tuo corpo, le tue proprietà.
Ad esempio:
Lui ti ha spintonata, costretta nei movimenti, sovrastata fisicamente, dato pizzicotti, morsi, pugni, calci, schiaffi;
ti ha privato di cure mediche
ha distrutto i mobili della tua casa, come forma di intimidazione;
ha strappato le foto dei tuoi familiari,
ha tagliato i tuoi vestiti,
ha distrutto i documenti, il tuo permesso di soggiorno.
VIOLENZA PSICOLOGICA
Ogni abuso e mancanza di rispetto che lede la tua identità di persona.
Ad esempio:
Lui ti critica costantemente, ti umilia e ti rende ridicola davanti agli altri,
ti insulta, ti segue, ti controlla nei tuoi spostamenti:
ti impedisce di vedere i tuoi familiari, di frequentare gli amici;
minaccia di far del male a te, ai tuoi figli e alla tua famiglia,
ti impedisce di avere interessi tuoi.
Minaccia il suicidio o di farsi del male.
VIOLENZA ECONOMICA
Ogni forma di controllo sulla tua autonomia economica.
Ad esempio:
Sabota i tuoi tentativi di lavorare o trovare un lavoro,
non ti permette di avere un conto corrente,
ti tiene all’oscuro delle entrate familiari,
si è appropriato dei tuoi averi
VIOLENZA SESSUALE
(ogni forma di coinvolgimento in attività sessuali senza il tuo consenso)
Imposizione nella coppia:
il tuo partner ti impone rapporti sessuali contro il tuo desiderio,
ti costringe ad utilizzare materiale pornografico,
ad avere rapporti in presenza o con altre persone
Violenza sessuale da estranei:.
Costrizione a rapporti sessuali da uno o più persone.
Il caso di un conoscente che non accetta che tu gli dica di no.
Abuso sessuale intrafamiliare:
Un tuo conoscente o amico di famiglia ti ha costretto a guardare o partecipare a rapporti sessuali.
Ti ha coinvolto nel tempo, attraverso il gioco, in attività sessuali
CAPIRE: CIO’ CHE AVVIENE IN UNA RELAZIONE PERICOLOSA
La violenza nella coppia:
Il clima di violenza nella coppia si sviluppa nel corso del tempo in modo graduale attraverso litigi che diventano sempre più frequenti e pericolosi.
Gli episodi violenti si scatenano spesso per motivi banali e sono seguiti dalle scuse e dal pentimento del partner (le “false riappacificazioni) che promette che si è trattato di un episodio straordinario e non si ripeterà più.
Inizia così la “luna di miele”, un periodo in cui il rapporto, apparentemente più saldo, riprende come se niente fosse accaduto.
La donna, nella speranza che domani sarà diverso, si trova a minimizzare le tensioni e a nascondere all’esterno e a se stessa il proprio disagio e la pericolosità della situazione.
Solo col tempo ci si rende conto di non poter controllare il comportamento sempre più violento del compagno; nonostante i tentativi di adeguarsi alle sue innumerevoli richieste, il rapporto violento si instaura in modo graduale attraverso litigi, nati per motivi banali, che col tempo divengono più frequenti e più intensi. È questo il “ciclo della violenza”.
L’abuso sessuale intrafamiliare:
L’abuso sessuale all’interno della famiglia può avvenire con modalità violente, cioè attraverso la costrizione e la forza, oppure con modalità seduttive, attraverso il gioco e atteggiamenti ambigui di interessamento e affetto.
SENTIRE
ILTUO SENTIRE: REAZIONI NORMALI A EVENTI ANORMALI
Il maltrattamento
• Forse ritieni di essere l’unica ad aver vissuto situazioni di questo genere.
• Probabilmente stai pensando che non ci sono soluzioni.
• Pensi di essere sbagliata e ti sei convinta di essere una cattiva madre e una pessima moglie.
• Forse cerchi di capirlo e di giustificare la sua violenza, perché lui ha avuto un’infanzia difficile o un padre violento.
• Provi vergogna e temi che nessuno ti possa capire.
• Forse dopo aver accennato alla situazione che stai vivendo, ti sembra che
un’amica abbia preso le distanze.
• Forse sei arrabbiata con te stessa.
• Ti senti sola e hai pochi contatti con familiari e amici.
• Forse sei confusa e incapace di concentrarti.
• Spesso ti senti in ansia e hai paura per te e per i tuoi figli.
• Credi che lui abbia l’intero controllo della situazione.
• Probabilmente ritieni che quello che stai vivendo sia normale, faccia parte
ormai della tua vita.
• Ti sembra che nessuno prenda una posizione o si schieri dalla tua parte.
• È probabile che tu abbia paura di affrontare la vita senza di lui.
• Forse hai paura che i tuoi figli possano soffrire.
• Magari hai paura che lui possa divenire più violento se decidi di lasciarlo.
• È possibile che tu sia preoccupata per lui e per quello che gli può
succedere.
• Forse ti sei sentita dire da qualcuno che “devi sopportare” per la famiglia.
Donne che hanno vissuto situazioni di violenza all’interno della coppia provano sentimenti e paure di questo genere. Gli uomini che maltrattano tendono ad isolare, svalorizzare e umiliare le donne vittime della loro violenza.
Questo porta le donne a convincersi di essere inadeguate, colpevoli e di meritarsi il maltrattamento. Inoltre è difficile spezzare un legame in cui hanno creduto ed investito affettivamente, soprattutto se sole e senza appoggio.
“Dargli un”altra possibilità” diventa un modo per tentare di salvare la relazione e tenere unita la famiglia.
È importante che ogni donna ricordi : Tu non sei un problema, tu hai un problema”.
Se sei madre:
• Forse hai notato che tuo figlio/a durante le scene violente “si è messo in
mezzo” e ha cercato di difenderti.
• Ti sei accorta da qualche tempo che fatica a concentrarsi e ha difficoltà
scolastiche.
• Ti sembra che abbia problemi di alimentazione.
• Forse non dorme tranquillo/a, ha incubi ricorrenti e ha ricominciato a fare
la pipì a letto.
• Hai notato che spesso è agitato/a e ha paura a rimanere solo/a.
• Probabilmente ti sembra arrabbiato/a con te.
• Forse hai visto o ti hanno riferito comportamenti aggressivi a casa o a
scuola con i coetanei.
• Ti sembra che anche per lui/lei la violenza sia la normalità.
Questi possono essere segnali importanti su cui riflettere.
Nelle famiglie violente anche quando i bambini non subiscono maltrattamenti sono
comunque esposti a forti pressioni. Spesso le donne, anche a tutela dei figli,
tentano di nascondere e minimizzare, ma questo non modifica il clima di
tensione e sofferenza. Per un bambino essere testimone di violenza può
essere devastante quanto esserne vittima diretta. Per questo è importante
trovare un aiuto adeguato.
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L’abuso sessuale intrafamiliare
• Forse ti capita di chiederti: perché proprio a me ?
• Non riesci a spiegarti perché tua madre non ti ha protetta
• Forse ti chiedi come mai, nonostante tutto ciò che ti ha fatto, gli vuoi ancora bene.
• Hai soltanto flash-back o incubi ricorrenti, ma non ricordi precisi.
• Forse hai pensato che questa fosse solo una tua fantasia e non un fatto reale.
• Forse non ricordi interi periodi della tua infanzia o del tuo passato.
• Forse hai paure inspiegabili, paura dei rapporti con gli uomini.
• Forse ti senti sporca.
• Ti senti in colpa per quanto è accaduto.
• Temi che, rivelando ciò che hai subito, possa capitare qualcosa di irreparabile alla tua famiglia.
Le giovani donne che hanno subito abuso provano sentimenti di questo
genere. Vivono un tradimento profondo da parte di chi le ha abusate e da
parte di chi, come la madre, è stata assente e non in grado di proteggerle. È
frequente che provino sentimenti ambivalenti di affetto e ostilità verso
l’abusante, vissuto come una presenza affettiva importante.
• Hai paura che “gli altri” possano abbandonarti o non trattarti più come
prima.
• Hai problemi con il tuo corpo e con la sessualità.
• Forse ti è capitato di vivere delle altre situazioni in cui hai avvertito il
rischio di un’ulteriore violenza.
• Forse senti di aver vissuto relazioni di coppia problematiche.
• Ritieni di non poter avere più una vita “normale”.
Non potersi difendere da persone della propria famiglia o da conoscenti
genera insicurezza e porta le ragazze a crescere non avendo fiducia negli
altri. Si sentono “diverse” dalle loro coetanee e colpevoli per quanto è
successo. Talvolta per le giovani vivere “situazioni a rischio” è un modo per
tentare di allontanare le paure e sperimentare la propria capacità di reagire e
opporsi alle imposizioni e alla violenza. Per tutto questo è fondamentale
riuscire a parlare con qualcuno che possa capirti.
La violenza sessuale
• Forse sei in preda al panico e alla confusione.
• Forse provi vergogna per quello che ti è successo.
• Forse provi disgusto per il tuo corpo.
• Probabilmente sei arrabbiata con te stessa per non essere stata
abbastanza prudente.
• Forse ti sei chiesta se sei stata tu a provocare la violenza.
• Forse non ti sei resa conto di ciò che stava succedendo.
• Forse ti sei sentita giudicata e non creduta dalle persone a cui hai
raccontato.
• Forse adesso hai paura a uscire o a rimanere da sola
• Forse adesso hai difficoltà a vivere l’intimità con il/la partner.
• Forse hai bisogno di una vita sessuale intensa per riconfermare ogni volta
la tua “normalità”
Subire violenza sessuale significa vivere sentimenti ed emozioni di questo
tipo.
Le donne che hanno subito violenza hanno la sensazione di aver perso il
controllo della propria vita, l’autonomia e la fiducia in se stesse e negli altri.
È importante che ogni donna si riconosca la possibilità di esprimere il proprio desiderio sessuale e di rifiutare l’imposizione dell’altro per non sentire il peso del senso di colpa.
SENTIRE: ALCUNI EFFETTI DELLA VIOLENZA
La violenza produce un trauma profondo che colpisce tutti gli aspetti della vita, della persona e delle relazioni.
Le donne trovano strategie per difendersi dal dolore, che, apparentemente efficaci in un primo momento, possono in seguito divenire veri e propri disagi. Talvolta ad esempio cercano di calmare l’ansia e le preoccupazioni assumendo alcool, droghe o eccedendo con gli psicofarmaci, ma col tempo questo può diminuire le energie per affrontare la situazione.
Sono frequenti:
• Apatia
• Difficoltà di attenzione e di concentrazione
• Instabilità emotiva
• Ansia
• Abuso di alcool, droghe, psicofarmaci
• Paura e sfiducia verso gli altri
• Difficoltà in relazione alla sessualità
Col tempo, infatti, se non si è ricevuto il sostegno adeguato, si possono
sviluppare conseguenze e disturbi più evidenti e definiti, quali:
• Attacchi di panico
• Fobie
• Disturbi alimentari
• Disturbi del sonno (incubi, sogni ricorrenti)
• Disturbi psicosomatici
• Dipendenza da sostanze (alcool, droghe, psicofarmaci)
COSA FARE
USCIRE DALLA VIOLENZA SI PUO’
INSIEME È PIÙ FACILE
Affrontare le situazioni di violenza è estremamente complesso, ma uscire dalla violenza si può.
Se hai vissuto situazioni di questo tipo probabilmente hai bisogno che qualcuno ti ascolti, ti comprenda e ti creda. Ciò ti permetterà col tempo di superare la vergogna, affrontare il senso di colpa e iniziare a mettere ordine nella tua vita.
Puoi scegliere di avere un confronto per capire ciò che stai vivendo, sapere dove trovare aiuto ed evitare di affrontare da sola questa difficile situazione.
Questi sono i primi passi che puoi iniziare a fare per te:
• Riconoscere di vivere o aver vissuto una situazione di violenza.
• Riconoscere che la violenza non è mai giustificabile.
• Riconoscere che tu non sei mai responsabile della violenza che subisci.
• Riconoscere che è normale che tu ti senta depressa e triste. Ma ricordati
che è sempre possibile trovare una soluzione.
• Parlare di quello che stai vivendo con qualcuno, che ritieni possa capirti e aiutarti.
• Rivolgerti ai centri che si occupano di violenza. Qui puoi trovare informazioni, supporto e consulenze specifiche.
II PARTE
Questa seconda parte si rivolge in particolare ad amici, familiari e partner delle donne che hanno subito violenza. Spesso chi è coinvolto indirettamente subisce su di sé il riflesso del trauma. Scoprire di avere bisogno di un sostegno per sé e per aiutare la donna che le /gli sta accanto è un passaggio fondamentale nell’affrontare la situazione.
CAPIRE: RICONOSCERE LA VIOLENZA
-Forse ti è capitato di intuire qualcosa e ti chiedi che cosa le sia successo
-Forse l’hai sentita piangere più di una volta o la vedi triste e agitata
-Forse hai visto dei segni sul suo corpo e lei ti ha raccontato di aver avuto un incidente o di essere caduta
-Forse hai notato che da qualche tempo ti evita e/o si è allontanata da te
-Forse sei convinta/ o che siano solo tue fantasie e che ti preoccupi eccessivamente
-Lei ti dice che ha paura e teme per sé e per i suoi figli
-Qualcuno ti ha raccontato qualcosa, ma vorresti che anche lei ti parlasse della sua situazione
-Forse sei sorpreso/a perché li conosci da tempo e non avresti mai pensato che potessero vivere una situazione di questo tipo
-Ti ha raccontato di essere stata costretta da un conoscente ad avere un rapporto sessuale ma si chiede se questo è uno stupro
-Forse, per spiegarti alcune sue difficoltà, ti ha accennato che “qualcosa” è avvenuto nel passato
Nelle situazioni di violenza la vergogna e la paura spesso impediscono alla donna di parlare con qualcuno e di chiedere aiuto.
Talvolta non si confida per non far soffrire le persone a cui vuol bene. È probabile che chi è vicino a lei intuisca la situazione, ma abbia difficoltà a trovare il momento e le parole giuste per affrontare l’argomento.
Quando la violenza è un evento del passato, ciò che risulta evidente sono le difficoltà (di relazione, sessuali, etc.) che la donna vive nel quotidiano.
È importante non sottovalutare la propria intuizione e manifestare alla donna la propria disponibilità all’ascolto. In altri casi le donne parlano anche se con fatica della loro esperienza di violenza: in questo modo stanno chiedendo aiuto.
SENTIRE: REAZIONI NORMALI AD EVENTI ANORMALI
Il maltrattamento nella coppia
-Forse sei frastornata/o per quello che hai scoperto della loro situazione.
-Forse sei arrabbiata/o con entrambi.
-Forse senti il bisogno di fare qualcosa di concreto per lei.
-Forse pensi che lei abbia delle responsabilità se lui la maltrattata.
-Forse pensi sia masochista per accettare senza mai ribellarsi un rapporto cosi negativo.
-Ti può capitare di pensare che la tua cultura e la tua esperienza ti proteggano da situazioni di violenza.
-Probabilmente la sua paura ti spaventa e ti senti impotente e scoraggiata/o.
-Forse la sua sofferenza ti deprime perché lei sembra non reagire.
-Forse ti sembra inutile tutto quello che fai, pensi di non occupartene più.
-Forse temi che anche la tua vita, la tua famiglia siano in pericolo.
-Forse pensi di sapere qual è la soluzione migliore per lei, ad esempio la
denuncia.
-Probabilmente pensi che anche lui abbia bisogno di aiuto.
-Forse non capisci come lei, dopo tanti anni, possa ancora rimanere lì e
continuare ad amarlo.
Trovarsi vicino ad una donna che ha subito violenza significa fare i conti con sentimenti e reazioni di questo tipo. Può capitare di sentirsi distanti da quanto le sta accadendo, oppure di sentirsi così coinvolti e confusi da non riuscire a prendere iniziative.
Le situazioni di maltrattamento sono complesse ed è normale sentirsi impotenti e scoraggiati per il fatto di non riuscire a fermare la violenza. Spesso si avverte il bisogno di una soluzione concreta e tempestiva, ma talvolta questo non è prioritario per la donna.
Può sembrare incomprensibile il fatto che la donna non abbia ancora deciso di interrompere il ciclo della violenza. Questo spesso provoca in chi le è vicino rabbia e frustrazione.
È importante considerare che ogni donna ha bisogno di tempo per decidere cosa fare. Ricordare tutto ciò aiuta a non giudicarla in modo negativo e a non colpevolizzarla.
Aiutarla significa non sostituirsi a lei .
L’abuso sessuale intrafamiliare
-Forse ti senti disorientata/ o per quello che lei ti ha detto, vedi la sua sofferenza ma non credi che sia veramente accaduto.
-Probabilmente sei a tal punto sconvolta/o che non riesci a sopportare neanche l’idea che sia potuto accadere.
-Forse pensi che nell’abuso sia stata in qualche modo complice.
-Probabilmente non ti spieghi come possa aver voluto bene alla persona che l’ha abusata.
-Forse ti sembra inconcepibile che un altro uomo possa aver compiuto una simile violenza.
L’abuso sessuale all’interno della famiglia ha meccanismi molto complessi ed è per questo veramente difficile capire i sentimenti spesso contrastanti e le reazioni di chi ne è coinvolto. Anche le ragazze che hanno subito abuso provano sentimenti ambivalenti di affetto e ostilità, di cui non riescono a darsi una spiegazione, verso l’abusante e la propria madre.
È fondamentale sapere che in queste situazioni le bambine e le adolescenti non hanno mai la possibilità di scegliere. Come uomo inoltre, è estremamente difficile accettare che un altro uomo possa avere attenzioni sessuali verso la propria figlia, sorella o nipote. Questo può portare ad interrogarsi sulla violenza degli uomini.
Se sei il suo partner:
-Forse hai bisogno di sapere cosa è accaduto nel suo passato.
-Forse sei preoccupato perché lei non vive serenamente la sessualità.
-Forse ti è capitato di sentirti rifiutato.
-Forse senti il bisogno di essere rassicurato.
-Forse ti senti la responsabilità di renderla felice.
-Probabilmente il futuro con lei ti preoccupa.
Spesso i partner sentono il rapporto messo in crisi dall’evento accaduto, faticano a capire le reazioni e certi comportamenti della propria compagna.
In particolare, per quanto riguarda la sessualità, è frequente che abbianobisogno di comprendere le ragioni del suo disagio che si riflette sul rapporto di coppia.
È importante trovare uno spazio di aiuto per la coppia, per migliorare la qualità del rapporto e così avere una relazione più appagante.
Può essere allo stesso modo utile che il partner parli con qualcuno, che lo aiuti a comprendere e a raccogliere le informazioni di cui ha bisogno.
Se sei sua madre:
-Forse non riesci a credere a ciò che tua figlia ti ha rivelato.
-Ti chiedi come mai non ti sei accorta di nulla.
-Probabilmente pensi che nella tua famiglia una cosa del genere non doveva capitare.
-Forse ti chiedi perché il tuo compagno e tua figlia ti abbiano fatto una cosa del genere.
-Forse hai paura di ciò accadrà alla tua famiglia.
-Probabilmente ti senti in colpa per non averla protetta.
-Forse vorresti aiutarla, ma ti senti incapace di farlo.
-Forse ti chiedi come sia potuto accadere anche a lei.
Spesso le madri delle ragazze, che hanno subito abuso, provano sentimenti contrastanti come dolore, rabbia, impotenza, scoraggiamento. In famiglia tutti si sentono minacciati e temono quanto accadrà in futuro.
In particolare, per la madre, significa mettere in discussione se stessa come madre, come donna, e la propria scelta sentimentale.
La violenza sessuale
-Forse pensi che se non fosse uscita di casa, a quell’ora, non le sarebbe successo nulla.
-Probabilmente ti senti impotente o frustata/o perché lei non è andata a denunciare il fatto e non vuole farlo.
-Forse sei turbata/o perché ti ha detto che suo marito non rispetta il suo desiderio e le impone comportamenti sessuali che lei non accetta.
Di fronte a fatti di violenza sessuale da sconosciuti o all’interno della coppia, è frequente avere sentimenti contrastanti. È difficile uscire dagli stereotipi circa la violenza sessuale ed avere un atteggiamento veramente libero dal giudizio.
La donna stessa ha avuto bisogno di tempo per capire che cosa le è successo, accettare le proprie reazioni (dolore, colpa, rabbia, paura).
Potrebbe essere utile sapere che la vicinanza e presenza come amica/o, familiare e partner è importante per non farla sentire sola. Tuttavia sarà lei a decidere che cosa fare.
-Forse provi rabbia perché questi fatti accadono ancora.
-Probabilmente come donna senti di avere paura che qualcuno possa fare a te quello che è stato fatto a lei.
-Forse pensi che, se fosse capitato a te, non avresti la forza di superarlo.
-Forse pensi che sia un fatto così grave da non sentirti in grado di starle vicino.
Come donna accogliere il dolore di un’altra donna che ha subito violenza sessuale può significare identificarsi con lei e quindi “viverlo sulla propria pelle”. Talvolta questo può portare ad allontanarsi da lei per evitare di soffrire.
Se sei il suo partner:
-Forse ti senti invaso dalla rabbia e dal dolore e non riesci ad occuparti di lei.
-Forse avresti voglia di farla pagare a chi le ha fatto del male.
-Probabilmente sei preoccupato per la salute fisica e psicologica della tua compagna.
-Forse pensi che da te si aspetta un aiuto più importante e per questo ti senti una grande responsabilità.
-Forse la vedi soffrire e vorresti confortarla.
-Forse sei confuso, perché lei ti dice che ha paura, non vuole uscire di casa, ma neanche rimanere sola.
-Forse ti senti rifiutato da lei e condizionato dalla sua esperienza.
-Ti senti probabilmente in crisi dal momento che anche tu sei un uomo.
Essere il compagno di una donna che ha subito violenza sessuale significa affrontare la rabbia per quanto è accaduto e fare i conti con la sensazione di aver subito una profonda ingiustizia.
A questo spesso si accompagna un senso di impotenza nei confronti della sofferenza della donna, che talvolta non si sente in grado di parlarne con il proprio partner e tende a chiudersi nel proprio dolore o a cercare altre persone meno coinvolte con cui parlarne.
Spesso i partner faticano ad accettare che per la donna la denuncia non è la soluzione. Non è detto, infatti che, per lei, appagare il “bisogno di giustizia” sia una priorità. Per tutto questo può essere importante darsi la possibilità di parlare con qualcuno della propria sofferenza e delle proprie difficoltà.
COSA FARE
PER LEI
Le situazioni di violenza, come abbiamo visto, si ripercuotono sulla vita e nell’esperienza di quanti sono vicini alla donna.
Aiutarla vuol dire soprattutto mettere a fuoco alcuni atteggiamenti che si rivelano più vantaggiosi per lei.
Per questo è importante:
• Crederle
• Essere disponibile ad ascoltarla.
• Ricordare che “l’ascolto” è la prima azione concreta per affrontare e risolvere la situazione di violenza.
• Mantenere la riservatezza su quanto ti racconta.
• Non giudicarla e non colpevolizzarla anche se non sei d’accordo.
• Aiutarla a riconoscere di aver subito una violenza, non minimizzando la situazione.
• Rispettare i suoi tempi di decisione e di azione.
• Non imporle consigli.
• Non sostituirsi a lei nelle decisioni.
• Darle riferimenti di Centri e strutture a cui rivolgersi e accompagnarla se lei te lo chiede.
PER TE
Sostenere questa situazione è pesante, ti accorgi che hai reazioni che non ti aspettavi, ti senti confusa/ o e impotente, senti il bisogno di confrontarti con qualcuno.
Per questo è importante:
• Pensare che queste sono reazioni normali, la situazione è anormale.
• Sapere che non puoi risolvere la situazione da sola/o.
• Rivolgerti ai Centri che si occupano di violenza per raccogliere
informazioni, confrontarti con qualcuno e chiedere un aiuto per te.
Tratto dalla sezione materiali del sito antiviolenza www.alberodiantonia.org